“Il mio concetto di percussioni è più melodico rispetto a quello classico di batteria rock. Cerco sempre un batterista in grado di immaginare il tempo suddiviso in altre dimensioni e forme. Qualcuno che si approcci ai diversi strumenti che compongono una batteria come a strumenti melodici e suoni insieme alla chitarra, con un senso musicale. Puoi portare un batterista a suonare in quel modo, ma Vinnie Colaiuta è stato il primo ragazzo che abbia mai incontrato a pensare in quel modo istintivamente. Mi piace anche l’idea che la batteria suoni esattamente quella che è la linea di chitarra. Alcune persone penserebbero si tratti di fusion. Tuttavia, se ascolti mud fusion, noterai che il ritmo è più o meno diretto su e giù, sono tutte note da sedicesimi. Sto cercando frasi più strane. È molto facile per me ottenere questa roba con il Synclavier”.
(Musician, settembre 1988)
“The Clap” (dall’album Funky Nothingness) è il primo assolo di percussioni registrato da Frank Zappa. Include batteria, rullante, Tom-Tom, Timbales e Clapping suonati da Zappa.
Dichiarazione di Terry Bozzio estratta da Percussioni, gennaio 1994
“Volli uscire dal gruppo innanzitutto per cercare di raggiungere più gente. Con Zappa cominciavo a sentirmi frustrato; avevo fatto con lui già vari tour e diventai poco previdente. Persi di vista il fatto che lui è un genio incredibile mentre io ero arrivato dal nulla. Un giorno avevo fatto un’audizione per la CBS col Group 87 di Mark Isham e tutto era andato meravigliosamente. Da lì andai alle prove con Zappa, e la prima canzone che facemmo era un testo comico che diceva ‘va’ a farti fottere, brutto figlio di puttana’ e continuava in tedesco. Era veramente banale e ormai avevo perso il mio senso dell’humour per queste cose. Frank mi prese da parte e mi invitò a presentarmi nel suo ufficio…
Avevo di sicuro un problema di ego e cominciavo a vedere le cose in modo strano. Avevo sempre pensato che sarebbero stati in difficoltà a sostituirmi e bang! Ecco Vinnie Colaiuta. Quando lui prese il mio posto con la massima facilità mi venne un colpo: lui è dieci volte meglio di me come batterista, tecnicamente è incredibile. Mi sentii completamente schiantato perché non ero il solo a poter fare quello che facevo con Zappa”.
Vinnie Colaiuta è stato il penultimo grande batterista di Zappa (è entrato a far parte della sua band nel ’78) e uno dei musicisti più stimati da Frank come persona: “un individuo veramente unico, capace di suonare con stile e attitudine”. Vinnie era stato presentato a Zappa da Tom Fowler ed era entrato immediatamente nelle sue grazie. Diversamente da tanti altri sidemen, Colaiuta trattava il leader da pari a pari riuscendo a non generare alcun tipo di tensione. Con lui Zappa trovò quello che cercava: un drumming articolato secondo criteri quasi architettonici, ma capace di muoversi anche in spazi ritmici ristretti con calibrate invenzioni estemporanee. Un animale ritmico impeccabile nella creazione di figure, nella distribuzione delle dinamiche, nelle combinazioni sonore che dal vivo riusciva a primeggiare senza invadenza. “E’ un mutante. Per suonare 13 contro 5 non deve neppure pensarci: se lo immagina e lo suona. Fa parte del linguaggio del suo corpo. Era in grado di suonare qualunque cosa gli chiedessi: 13 con una mano, 11 con l’altra, qualcos’altro ancora con i piedi, lo faceva con piacere e naturalezza. Non ho mai visto nessun altro con un tale fiuto quasi animale per i poliritmi e per il modo in cui dovrebbero suonare” (Frank Zappa). Emerge anche con evidenza la sua capacità di accompagnare gli assoli di Zappa creando movimento senza entrare in conflitto con la tipica asimmetria chitarristica del leader. “Sa sempre dov’è e dove sta andando, saprà rientrare al momento giusto” (Frank Zappa). Viene esaltata quella capacità quasi telepatica di sintonia con il solista di cui Colaiuta è dotato: “una prova positiva dell’esistenza della percezione extrasensoriale” come ha dichiarato lo stesso Zappa “io e lui suonavamo esattamente la stessa cosa in un certo numero di punti dove sarebbe stato impossibile prevedere cosa stava accadendo”. Riguardo alle figure chitarristiche utilizzate da Zappa, basta poi sfogliare il volume delle trascrizioni per trovare una quantità di raggruppamenti alquanto esoterici: gruppi di nove semibiscrome nello spazio di otto (Gee, I like your pants) e perfino quelle che lui chiama mystery hemiolas, cioè insoliti raggruppamenti su base 3 come 4:3, 8:3 e 27:3 che manderebbe al manicomio qualsiasi diplomato in solfeggio. (dal libro Frank Zappa Domani di Gianfranco Salvatore)
Frank Zappa e Vinnie Colaiuta – Black Page (live, 1978)
Vinnie Colaiuta leggeva la musica a prima vista ma c’è dell’altro…
“Quando Vinnie guardava la musica non la leggeva, la identificava come un’istantanea mentale…. Suona una battuta, 17/3. Ne ottiene un’immagine mentale e inizia a voltare pagina. Mentre gira la pagina, gli altri suoi arti iniziano a leggere quello che c’era nella pagina precedente e, poco prima di finire di leggere, quello che c’era nella seconda pagina… Non ha perso un colpo!”. (Steve Vai, Musicradar, 2 agosto 2022)
“Volli uscire dal gruppo innanzitutto per cercare di raggiungere più gente. Con Zappa cominciavo a sentirmi frustrato; avevo fatto con lui già vari tour e diventai poco previdente. Persi di vista il fatto che lui è un genio incredibile mentre io ero arrivato dal nulla. Un giorno avevo fatto un’audizione per la CBS col Group 87 di Mark Isham e tutto era andato meravigliosamente. Da lì andai alle prove con Zappa, e la prima canzone che facemmo era un testo comico che diceva ‘va’ a farti fottere, brutto figlio di puttana’ e continuava in tedesco. Era veramente banale e ormai avevo perso il mio senso dell’humour per queste cose. Frank mi prese da parte e mi invitò a presentarmi nel suo ufficio… Avevo di sicuro un problema di ego e cominciavo a vedere le cose in modo strano. Avevo sempre pensato che sarebbero stati in difficoltà a sostituirmi e bang! Ecco Vince Colaiuta. Quando lui prese il mio posto con la massima facilità mi venne un colpo: lui è dieci volte meglio di me come batterista, tecnicamente è incredibile. Mi sentii completamente schiantato perché non ero il solo a poter fare quello che facevo con Zappa”. (Terry Bozzio da un’intervista su Rhythm, luglio 1989, dichiarazione estratta da Percussioni, gennaio 1994)
In cosa consistono le audizioni?
Consistono in una combinazione. Di solito, le più difficili sono le audizioni di batteria. L’ultima volta, avevamo quaranta concorrenti per il provino della batteria e venticinque per quello del basso. Chad Wackerman è una favolosa scoperta della batteria, Scott Thunes è un buon bassista. Vinnie Colaiuta e Terry Bozzio sono stati provini leggendari, lo stesso vale per Arthur Barrow.
Colaiuta è stato fantastico. Qualunque cosa gli chiedessi di suonare, poteva suonarla. “Tredici in una mano, undici con l’altra, fai qualcos’altro con i tuoi piedi”. Apprezzavo la sua naturalezza. Per i poliritmi, non ho mai visto nessuno che avesse quel tipo di comprensione animalesca di come dovrebbero suonare i poliritmi. È un peccato che abbia finito per fare cose in studio che gli hanno tolto la possibilità di essere il maniaco che è veramente”. (Musician, ottobre 1986)
I musicisti della tua band sono dei buoni lettori di musica a prima vista?
“Il miglior lettore a prima vista con cui ho lavorato di recente è Vinnie Colaiuta. I batteristi non dovrebbero essere in grado di leggere così; è contro le leggi della natura. In genere lavoro con i batteristi cantando ciò che devono suonare. È più facile per me (visto che suonavo la batteria) descrivere lo schema, emettere suoni diversi con la mia bocca e indicare su quale batteria devono suonare. Se scrivo fino all’ultimo dettaglio ciò che deve eseguire con la batteria, Vinnie Colaiuta è in grado di riprodurlo. (M.I., novembre 1979)
“Il mio concetto di percussioni è più melodico rispetto a quello classico di batteria rock. Cerco sempre un batterista in grado di immaginare il tempo suddiviso in altre dimensioni e forme. Qualcuno che si approcci ai diversi strumenti che compongono una batteria come a strumenti melodici e suoni insieme alla chitarra, con un senso musicale. Puoi portare un batterista a suonare in quel modo, ma Vinnie Colaiuta è stato il primo ragazzo che abbia mai incontrato a pensare in quel modo istintivamente. Mi piace anche l’idea che la batteria suoni esattamente quella che è la linea di chitarra”. (Musician, settembre 1988)
“The Black Page” di Frank Zappa è considerata la composizione più difficile per batteria e percussioni.
Presenta ritmi più che complessi ed è rigida: segna esattamente quali pelli o piatti colpire non lasciando alcuna scelta al batterista.
The Black Page include gruppi irregolari da brividi, spesso l’uno dopo l’altro (addirittura troviamo 11 note nella durata di un battito). Molti di questi gruppi irregolari si trovano all’interno di altri gruppi irregolari.
Il termine inglese per definire questi gruppi è “nested tuplets”.
La composizione prevede di dividere una battuta da quattro quarti in tre parti uguali, poi di prendere un terzo di battuta e di suddividerlo in cinque parti uguali.
All’interno di questa composizione si trovano tutti i ritmi più difficili della musica occidentale: chi riesce a suonarla è un vero e proprio maestro del ritmo. Due maestri? Vinnie Colaiuta e Terry Bozzio.