xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e George Gershwin
Per questa xenocronia ho utilizzato i seguenti brani: Dupree’s Paradise
- Live Solliden, Stoccolma, Svezia, 21 agosto 1973
- Live Cheaper Than Cheep, 21 giugno 1974
- Live Berkeley Community Theatre, 16 febbraio 1974
- Live Helsinki, Finlandia 1974, You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 2 – The Helsinki Concert
- Live 1988, Make A Jazz Noise Here
- An American in Paris (George Gershwin)
- Rhapsody in Blue (George Gershwin)
- Summertime (George Gershwin).
Le immagini lievemente rallentate dello storico Live a Solliden (Stoccolma) del 21 agosto 1973 non sono sincronizzate con la xenocronia.
“Dupree’s Paradise è il nome di un bar a Watts dove andavamo per le jam session delle 6 del mattino”. (Frank Zappa, International Herald Tribune, 10 gennaio 1984)
In effetti, la lunga suite polimetrica Dupree’s Paradise di Frank Zappa è ispirata ad una caotica jam session mattutina in un bar sull’Avalon Boulevard a Watts, Los Angeles, di una domenica del 1964. Catturando l’atmosfera di questa scena, il brano presenta un gruppo eterogeneo di personaggi tra cui ubriaconi, musicisti, degenerati e poliziotti, il tutto sullo sfondo della cultura beatnik. Zappa combina elementi come ritmi derivati da modelli linguistici e stili musicali che ricordano George Gershwin e il serialismo.
In lingua inglese, il termine ‘bar’ non si riferisce soltanto al classico locale dove recarsi per gustare un caffè o consumare cibo e bevande a tutte le ore. Nel linguaggio musicale, ‘bar’ si traduce in ‘barra, battuta, misura’ che contiene un certo numero di note e pause. In origine, il termine inglese ‘bar’ indicava, oltretutto, la sbarra o bancone che separa il barista dai clienti.
Il tour di debutto del brano risale a febbraio/luglio 1973 durante cui emergono due talenti: George Duke alle tastiere e Jean-Luc Ponty al violino elettrico, protagonisti di storici assoli insieme all’impressionante trombone di Bruce Fowler ed agli inconfondibili assoli di Frank Zappa con alle percussioni una Ruth Underwood in gran forma.
Dupree’s Paradise appare in diversi album per altrettante versioni:
Over-Nite Sensation 50th Anniversary Super Deluxe Edition, Piquantique e Unmitigated Audacity (BTB 1),
Road Tapes Venue 2,
Halloween 73,
The Roxy Performances,
Roxy By Proxy,
Apostrophe (‘) 50th Anniversary Edition,
Zappa/Erie,
Cheaper Thank Cheep,
You Can’t Do That On Stage Anymore Vol. 2 e Vol. 5,
Studio Tan (Lather),
The Perfect Stranger,
Strictly Genteel,
Make A Jazz Noise Here.
“Zappa è, in qualche modo, il Gershwin del rock alternativo, rappresenta la capacità di usare tutto nella stessa maniera.
(Gino Castaldo, critico musicale, Mangiare Musica giugno 1994)
“Mi piace pensare la musica come una scienza emozionale”. (George Gershwin)
Il compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense Jacob Gershowitz (in arte George Gershwin, 1898/1937) è ritenuto l’iniziatore del musical americano.
Le sue composizioni combinano la musica classica con le sonorità tipiche della musica popolare (in particolare, del jazz). Un grande punto in comune con Frank Zappa.
La principale innovazione di Gershwin sta nel fondere elementi classici (schema rigido, perfezione nello stile, ecc.) con ritmi e melodie jazz fortemente radicate nella musica nera americana.
Iniziò a suonare il piano senza metodo all’età di 10 anni. Prese lezioni di pianoforte per due anni in modo dilettantistico: cercava di riprodurre le melodie ascoltate ai concerti per orchestra e studiava per suo conto il metodo classico dei grandi maestri europei.
Insieme a suo fratello Ira, nel 1928 George Gershwin si recò a Parigi per dedicarsi allo studio della composizione. Diversi compositori, tra cui Maurice Ravel, si rifiutarono di fargli da insegnanti. Temevano che il rigore della classicità potesse reprimere la sua propensione per il jazz.
Gershwin fu fortemente influenzato dai compositori francesi del tardo XIX secolo come Debussy e Ravel ma anche da Igor Stravinskij e Arnold Schonberg. Un altro punto in comune con Zappa.
The Guardian stabilì la sua appartenenza massonica insieme ad altri grandi del jazz come Glenn Miller, Paul Whiteman e Irving Berlin.