
Zappa è chitarrista e compositore. Il suo occhio vede tutto, il suo orecchio ode tutto; registra tutto ciò nel suo cervello e tira fuori le “Madri dell’Invenzione”. E la chitarra in tutto questo? Figura nella composizione, nell’orchestrazione, come solista, nell’improvvisazione ed è intimamente legata all’insieme, il che non sorprende visto che Zappa scrive tutti gli arrangiamenti.
La chitarra, la conosce dall’alto verso il basso e da sinistra a destra, la terza dimensione è l’amplificatore. Possiede anche diversi strumenti, il più utilizzato è un Gibson Stereo 355 TD-SV con un “varitono” non di ottava: è un filtro che agisce sui microfoni dando un suono sempre più secco e tagliente. Suona anche una Gibson standard. Come amplificatore, cabinet Marshall, cabinet Vox e di solito Marshall da 80 W. Come i migliori, Zappa si riconosce al primo ascolto perché il suono non è solo funzione delle regolazioni dell’ampli e dell’attrezzatura ma anche della mano sinistra per il tocco e l’articolazione della diteggiatura e della mano destra per l’attacco. La sua tecnica chitarristica? Abbastanza completa per suonare la sua musica. Il suo approccio armonioso? Non è quello standard ma è tutto: canzone, opera, blues, jazz, musica libera, pop. È così nel tempo e nella società americana che sembra fuori dal tempo. È così quando sei troppo lucido.
(Jazz Hot, maggio 1972)