Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: Curiosities

  • Blood on the Canvas: the Frank Zappa & Eric Bogosian tape, recorded and never released, why?

    Intervista radiofonica con Eric Bogosian e Frank Zappa dell’11 luglio 1986 condotta da Greg Fitzgerald della WGBH, Boston

    Grazie ad uno short pubblicato su @BOBONZAPPA, il canale YouTube del ricercatore Bob Dobbs, ho scoperto il progetto Blood on the Canvas. Ringrazio Bob Dobbs per questo short

    Registrato su cassetta all’UMRK nel 1986, “Blood on the Canvas” viene descritto da Patricia A. Dreyfus (Money magazine, settembre 1986) come “una satira sullo spettacolo, una commedia musicale sulla castrazione e la morte sul palco”.

    Blood on the Canvas è stato scritto da Frank Zappa ed Eric Bogosian con musiche per Synclavier di Zappa. Fu eseguito da Eric Bogosian e prodotto/diretto da Zappa.

    Nel corso dell’intervista di Patricia A. Dreyfus, Frank Zappa con un luccichio diabolico negli occhi dichiarò: “Probabilmente, è la cosa più blasfema che qualcuno abbia mai sentito”.

    Blasfema? Avendo letto i testi delle varie tracce della cassetta pubblicati su Wiki Jawaka direi di sì. Il linguaggio non è semplicemente provocatorio ma esplicito, i testi seguono fedelmente la storia. Una storia oltraggiosa e irriverente. Tra i vari personaggi, troviamo un regista porno, un vecchio ebreo, un cristiano, prostitute, fumatori di crack, ubriaconi, pusher, fondamentalisti e… un artista performativo.

    Cosa intende Frank per ‘artista performativo’? Un artista disposto a tutto, ma proprio a tutto pur di ottenere una parte e sperare nel successo.

    “Se vuoi essere nello show business, devi dare il massimo; devi andare fino in fondo”. L’attore, in tutta la storia, deve essere disposto a tutto, anche a farsi evirare o a morire sul palco.

    “Ti paghiamo per morire. Abbiamo sbrigato tutte le pratiche con i sindacati, pagato la P&W; abbiamo fatto tutto noi…” dice Bobby all’attore Tony.

    Attore, comico, drammaturgo, sceneggiatore e romanziere statunitense, noto per i suoi monologhi teatrali, Eric Bogosian raccontò di questa sua esperienza con Zappa in un’intervista. Il progetto fu commissionato dal Los Angeles Museum of Contemporary Art. Avrebbe dovuto essere disponibile su cassetta presso la libreria del museo ma, dopo l’anteprima, lo stesso museo che richiese l’opera alla fine la bandì.

    Non si ha notizia di alcuna copia distribuita: l’intero programma era accompagnato da un avviso sul contenuto linguistico e si consigliava ‘discrezione’.

    “Frank e io abbiamo registrato il nastro nel 1986 nel suo studio sulle colline di Hollywood. Ho scritto ed eseguito tutto (tranne la musica). Frank ha curato e prodotto il mio materiale. A fine lavoro, Frank voleva controllarne i diritti d’autore. Quando morì, gli eredi di Frank hanno continuato a volerne il controllo totale. Mi sono offerto di condividere i diritti d’autore e non sono interessati. Adoro il pezzo e mi piacerebbe che la gente lo ascoltasse, soprattutto i fan di Zappa”. (Eric Bogosian)

    Bob Stone ha affermato che il pezzo radiofonico Blood on the Canvas non è mai stato pubblicato perché “la versione che ho sentito prevedeva una disputa sulla partecipazione ai diritti d’autore. Eric voleva più di quanto Frank fosse disposto a concedere per la sua partecipazione”. (Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles)

    “E’ stato fantastico lavorare con Frank Zappa, mi sentivo imparentato con lui a livello psichico. Zappa aveva plasmato la mia mente adolescenziale con un certo cinismo e un certo senso dell’umorismo. Negli anni Sessanta, furono MAD Magazine e Frank Zappa a dirmi come avrei dovuto pensare al mondo… All’epoca, era molto coinvolto nella questione dei Dead Kennedys perché erano stati censurati. Voleva realizzare una cassetta che sostanzialmente doveva essere censurata. Nessuno la trasmetteva mai alla radio tranne che a Boston. Avevamo un accordo con il Museum of Modern Art di Los Angeles per un’edizione limitata di 10.000 copie”.

    (Eric Bogosian intervistato dal regista Richard Linklater,The Austin Chronicle, novembre 1995)

    Blood on the Canvas

    Lato A

    1. Bobby, This is Tony
    2. Cue 1
    3. WXTC
    4. Massaggio Galore (BOTC)
    5. Cue 2
    6. It’s the Eighties
    7. Cue 3
    8. Get The Makeup
    9. Cue 4
    10. I Can Get Us In
    11. Cue 5
    12. I’m Going To Have To Put You On Medication
    13. Cue 6
    14. We’re Gonna Kill Ya
    15. Cue 7
    16. Chewin’ On The Wires
    17. Reagan At Bitburg (BOTC)

    Lato B

    Intervista radiofonica con Eric Bogosian e Frank Zappa dell’11 luglio 1986 condotta da Greg Fitzgerald della WGBH, Boston, prodotta in collaborazione con il LA Museum of Contemporary Art.

    La serie di tracce ‘Cue’ include brani strumentali. Massaggio Galore è la stessa di Jazz from Hell ma sfuma dopo circa un minuto.

  • Frank Zappa: Blood on the Canvas by Patricia A. Dreyfus, Money Magazine, Sept. 1986

    Il rocker iconoclasta Frank Zappa divenne famoso nel 1967 quando fu fotografato seduto sul water. Ancora oggi, Zappa si diletta ad oltraggiare la borghesia. La sua ultima fatica, in collaborazione con il monologhista Eric Bogosian, è una satira sullo spettacolo intitolata Blood on the Canvas. Può essere descritta come una commedia musicale sulla castrazione e la morte sul palco.

    “È probabilmente la cosa più blasfema che si sia mai sentita” esulta Zappa con un luccichio diabolico negli occhi castano-neri…

    (Patricia A. Dreyfus, Money Magazine, settembre 1986)

  • FZ e MOI al Village Theatre di NY nel 1967 per una curiosa beneficenza

    FZ e MOI al Village Theatre di NY 1967

    Il 28 giugno 1967 al Village Theatre di New York i Mothers of Invention hanno partecipato al Festival Bread For Heads, un evento di beneficenza a sostegno della difesa legale per i fumatori di marijuana arrestati.

    E’ davvero curioso considerando quanto Frank Zappa fosse contrario all’uso di qualsiasi tipo di droga ma era anche a favore della legalizzazione delle droghe.

    Tra i vari partecipanti al Festival: The Fugs, Allen Ginsburg e Tim Buckley.

  • Frank Zappa e Mark Pinske: 1000 modifiche in fase di remix della LSO

    Frank Zappa e Mark Pinske

    Frank Zappa e l’ingegnere del suono Mark Pinske realizzarono circa 1000 modifiche al nastro durante il remix delle registrazioni della London Symphony Orchestra.

    Mick Ekers (autore di Zappa’s Gear)

  • Frank Zappa: 35 chitarre Hagstrom per Lumpy Gravy?

    Frank Zappa con una chitarra Hagstrom
    Frank Zappa in Lumpy Gravy

    Nel 1967 Frank Zappa registrò uno spot radiofonico per l’agente statunitense della Hagstrom, in cui dichiarava di aver usato 35 chitarre Hagstrom per l’album Lumpy Gravy!

    (Mick Ekers, autore del libro Zappa’s Gear)

  • Jahn Teigen: il cantante che rifiutò l’offerta di Frank Zappa e dei Genesis

    Il cantante Jahn Teigen iniziò la sua carriera nel 1965 formando una beat band (the Enemies).

    Nel 1971 si unì ai Popol Vuh, una band prog rock che cambiò il nome in Popol Ace nel 1973.

    Nello stesso anno, Frank Zappa fu invitato in Norvegia per esibirsi al festival “Ragnarock”. Assistendo all’esibizione dei Popol Vuh, offrì alla band un contratto con la Zappa Records ma il manager dei Popol Vuh rifiutò l’offerta.

    Nel 1975 i Genesis proposero a Jahn di sostituire Peter Gabriel ma lui rifiutò l’offerta. Teigen dichiarò che la sua voce non era adatta al loro sound e agli spettacoli più lunghi di 90 minuti.

  • La scultura alta 3 metri Frank Zappa Audio Tombstone

    scultura Frank Zappa Audio Tombstone

    Quella che vedete è una scultura in fibra di vetro alta 3 metri (precisamente 107 x 307 x 61 cm) raffigurante una chitarra Gibson Les Paul decorata con vari oggetti che rappresentano “…tutto ciò che serve per suonare la chitarra”.

    La scultura, intitolata Frank Zappa Audio Tombstone, è stata decorata dalla moglie di Frank Zappa, Gail Zappa, in occasione del Gibson GuitarTown 2014, omaggio ai musicisti che hanno contribuito a rendere il Sunset Strip di Los Angeles parte della storia del rock ‘n’ roll, ed è stata esposta sul marciapiede vicino all’iconico Whisky a Go Go.

    Sul retro della scultura è presente una dettagliata didascalia che descrive il significato simbolico di ogni decorazione (incluso un fermacarte in ottone a forma di ottavo che, secondo quanto ha riportato la rivista Guitar Player, proviene dalla scrivania personale di Frank Zappa).

    Sul retro, è firmata con pennarello nero da Gail Zappa.

    La scultura è stata battuta all’asta Julien’s Auction per 1.875 dollari.

  • Frank Zappa e l’Armadillo

    Frank Zappa e l'Armadillo
    Armadillo

    Un armadillo impagliato lungo circa 26 pollici proveniente dalla collezione di Frank Zappa.

    Si ritiene che l’armadillo fosse esposto nello studio di Zappa, come appare nel libro ” Viva Zappa !” di Dominique Chevalier (Londra: Omnibus Press, 1985), seduto su un mixer.

    https://bid.juliensauctions.com/lot-details/index/catalog/192/lot/82339/FRANK-ZAPPA-ARMADILLO-AND-BIOGRAPHY?url=%2Fsearch%3Fpage%3D7%26key%3DFrank%2BZappa%26xclosed%3D0

  • Frank Zappa ha iniziato con un rullante preso a noleggio

    Frank Zappa suona la batteria

    Frank Zappa non ha iniziato con i bongo, ma piuttosto con un rullante preso a noleggio.

    Quando i genitori di Frank (che all’epoca aveva 12 anni) non riuscivano a sostenere il pagamento dell’affitto, gli permettevano di battere colpi a mani nude sui mobili usandoli come una batteria. I musicisti lo chiamano ‘mantenere il tempo’.

    (Guitar Player 1994)

  • Annuncio pubblicitario di “Jean’s West” con Frank Zappa

    Frank Zappa in un annuncio pubblicitario di Jean's West

    Annuncio pubblicitario di “Jean’s West” con Frank Zappa

    “Jean’s West” era un marchio di moda di Benetton lanciato nel 1972.

    Negli anni ’70, un’altra pubblicità di “Jean’s West” ritraeva Jimi Hendrix.

    (Gong, ottobre 1975)