Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: Curiosities

  • FZ: “non mi sento un buffone ma un ambasciatore in un altro regno…

    Frank Zappa, un ambasciatore in un altro regno

    Ti consideri una specie di trovatore del Rock, il tuo pionierismo fa parte di una trovata dell’industria discografica e ti senti quindi come un buffone di corte della grande società al vinile? 

    “Va bene per me, se va bene per voi giornalisti, tanto a me delle critiche non frega un bel niente…” risponde Frank sorridendo, ma poi sottolinea che non si sente un buffone, piuttosto un ambasciatore in un altro regno, che intrattiene con lunghi e fantasiosi racconti le tavole dei commensali, che farà ridere, ma anche pensare.

    (Maurizio Baiata, lavocedinewyork.com, 21 dicembre 2020)

     

    Dal 1962 Zappa lottava contro l’inerzia dell’industria discografica e cinematografica, che aveva contrastato i suoi sforzi dicendo che il suo lavoro non aveva potenziale commerciale ed era offensivo, trattandolo come un buffone autorizzato.

    (Let It Rock, giugno 1975)

  • Frank Zappa & Lenny Bruce: Fillmore West 1966, The Berkeley Concert 1969

    Frank Zappa & The Mothers of Invention – Opening for Lenny Bruce at Fillmore West (San Francisco, 24 giugno 1966) Toads of the short forest, I’m not satisfied, The handsome cabin boy

    In copertina: Frank Zappa e Grant Gibbs discutono di marketing per l’album di Lenny Bruce, The Berkeley Concert, negli uffici Bizarre (1969)

    Leonard Alfred Schneider (13 ottobre 1925 – 3 agosto 1966), in arte Lenny Bruce, è stato un comico, critico sociale e autore satirico statunitense, famoso per i suoi controversi numeri di cabaret e per le sue battaglie contro la censura. Il suo stile comico aperto, critico e libero conteneva satira, politica, religione, sesso e volgarità.

    La sua condanna del 1964 in un processo per oscenità fu seguita da una grazia postuma nel 2003, a 37 anni dalla sua morte. Fu arrestato diverse volte per oscenità a San Francisco, Hollywood, Chicago, Los Angeles, Londra, New York. La vita di Bruce fu un susseguirsi di arresti e procedimenti giudiziari che lo prosciugarono finanziariamente e mentalmente.

    Lenny Bruce ha aperto la strada ai comici dell’era della controcultura. Il suo processo per oscenità ha rappresentato una pietra miliare della libertà di parola negli USA. Nel 2017, la rivista Rolling Stone l’ha classificato al terzo posto (dietro Richard Pryor e George Carlin) nella sua lista dei 50 migliori comici di tutti i tempi. E’ stato etichettato come ‘comico malato’, sostanzialmente escluso dalla televisione. Quando apparve alla trasmissione The Steve Allen Show nel 1959, le sue battute dovevano essere dattiloscritte e pre-approvate dai funzionari della rete.

    Nelle sue successive esibizioni nei club, raccontò i dettagli dei suoi incontri con la polizia. Queste esibizioni spesso includevano invettive sulle sue battaglie legali per accuse di oscenità, invettive contro il fascismo e lamentele sul fatto che gli veniva negato il diritto alla libertà di parola. Fu bandito in modo assoluto da diverse città degli Stati Uniti. Nel 1966, era stato inserito nella lista nera di quasi tutti i nightclub degli Stati Uniti perché i proprietari temevano di essere perseguiti per oscenità.

    La famosa esibizione al Berkeley Community Theatre nel dicembre 1965 fu registrata e divenne il suo ultimo album dal vivo, The Berkeley Concert. L’esibizione è stata descritta come lucida, chiara e calma, una delle sue migliori. Il suo ultimo show ebbe luogo il 25 giugno 1966, al Fillmore Auditorium di San Francisco, in un cartellone con Frank Zappa e The Mothers of Invention. Frank Zappa chiese a Bruce di firmare la sua scheda di leva, ma il sospettoso Bruce rifiutò.

    Il 3 agosto 1966, Bruce fu trovato morto nel bagno della sua casa di Hollywood Hills. La causa ufficiale della morte fu overdose di morfina.

    Potete ascoltare il doppio album The Berkeley Concert, disco commemorativo scritto e interpretato da Lenny Bruce e prodotto da Frank Zappa (1969, Bizarre Records) a questo link

    “Era un grande comico americano, ma l’album prodotto non è una commedia. Si tratta di informazioni sugli abusi della giustizia negli Stati Uniti”. (FZ, Actuel, febbraio 1970)

    Lenny Bruce è menzionato nell’elenco delle influenze all’interno della copertina di “Freak Out!” (1966). E’ stato anche menzionato e ringraziato nelle note di copertina dell’album THE MOFO Project/Object (2006).

    “Avevo visto Lenny Bruce diverse volte al Canter’s Deli, dove era solito sedersi in un tavolo anteriore con Phil Spector e mangiare Knockwurst. Non ho parlato molto con lui fino a quando non abbiamo aperto per lui al Fillmore West nel 1966. L’ho incontrato nella hall tra un set e l’altro e gli ho chiesto di firmare la scheda di leva ma si è rifiutato. A quel tempo, Lenny viveva con un tizio di nome John Judnich. A quel tempo, secondo Judnich, Lenny era solito rimanere sveglio tutta la notte vestito da medico, ascoltando le marce di Sousa e lavorando alle sue memorie legali” (FZ, autobiografia The Real Frank Zappa Book).

  • Frank Zappa & William Burroughs: Literary Reading of ‘The Naked Lunch’, The Nova Convention, 1978

    Nel 1978, a New York City, sul palco di Nova Convention (all’Entermedia Theatre) Frank Zappa lesse un passaggio del libro “Naked Lunch” (1959) di William Burroughs, precisamente “The Talking Asshole”. Tre giorni e tre notti di letture, tavole rotonde, proiezioni di film e performance che cercarono di affrontare alcune implicazioni della scrittura di Burroughs. Oltre a Zappa, la Convention presentava nomi importanti della controcultura come Terry Southern, Patti Smith, Philip Glass, Brion Gysin, John Cage, Timothy Leary e Robert Anton Wilson. Una buona parte dell’evento (incluso l’audio sopra) è stato registrato per i posteri e pubblicato come doppio LP. Salendo sul palco, Zappa ha esordito così: “Hiya. Come va stasera? Ok, come sapete, non sono il tipo di persona che legge libri, l’ho già detto molte volte, non mi piace leggere. Ma, in passato ho fatto delle eccezioni: una di queste è stata la parte del libro Naked Lunch intitolata The Talking Asshole. Ho ottenuto il permesso di leggere questa parte…”.

    William Burroughs (come Charles Bukowski, Henry Miller e gran parte degli americani contemporanei) ha tradizionalmente fatto ricorso allo stesso tipo di mumbo-jumbo che Zappa ha usato per anni. Artisti radicali, non solo in lotta contro tutti i tentativi di rinnovare le libertà di espressione culturale, ma anche attivisti fondamentalmente inclini a verificare di persona tutte le repressioni latenti. Gli organizzatori di Nova Convention hanno invitato Frank Zappa per i suoi riferimenti all’universo di Burroughs. Frank, dopo la lettura, sparì prima di dover subire le mondanità di un buffet pieno di artisti plastici impegnati, vecchi estremisti che collezionano arte e vari esteti in cerca di promozione.

    Né Burroughs né Zappa si adattano alla sensibilità beat o alla fiorita cultura hippie californiana. Erano entrambi semplicemente troppo contrari, colti o, a volte, troppo strani e antisociali per questo. Nonostante le loro differenze – in termini di ambiente, età e background – entrambi condividono almeno due tratti significativi: un senso dell’umorismo ironico e blasfemo e la discendenza da famiglie che erano parte integrante della supremazia tecnocratica statunitense: Burroughs, nipote dell’inventore della macchina addizionatrice, e Zappa, figlio di un chimico e matematico che ha contribuito a costruire armi chimiche.

    William S. Burroughs è stato menzionato e ringraziato anche nelle note di copertina dell’album The MOFO Project/Object (2006).

    Con oltre nove ore di materiale registrato, Zappa ha creato un puzzle che eguaglia quello di Burroughs (nella scrittura) e Warhol (nel film). Ci sono canzoni in un album che riappaiono circa un anno dopo in un album nuovo in forma diversa. (Muther Grumble, 2 febbraio 1972)

    William Burroughs scappò dal Messico dopo aver accidentalmente ucciso sua moglie mentre giocava a fare il Guglielmo Tell con in mano una rivoltella con lei che, probabilmente, teneva in testa una mela.

    Passò settimane chiuso in stanza, a Tangeri, a trascrivere gli effetti e le manifestazioni della ‘malattia’ (tossicodipendenza). In Naked Lunch non c’è nessuna trama, è un viaggio all’inferno, bisogna navigare a vista tuffandosi in una narrazione di deliri dettati dalla tossicodipendenza dell’autore. I protagonisti, ridotti a ombre, sono semplici pezzi di carne che agiscono senza uno scopo. Non c’è nessuna coscienza né sentimento in nessuno dei personaggi sfiorati dalla penna di Burroughs. Pasto Nudo è l’allegoria dell’America degli anni ’50, soggiogata dal controllo feroce d’ogni sorta di stimolo da parte del potere. Potrebbe essere un’esperienza davvero illuminante ma bisogna prepararsi a ingoiare merda.

    È probabile che derivi dalla tecnica del ‘cut up’ e del ‘fold in’ impiegata da William Burroughs, romanziere apprezzato da Zappa, l’inserimento nei testi delle canzoni di dialoghi registrati in precedenza, come in Bit of Nostalgia, Very Distraughtening, White Ugliness e Just One More Time (Lumpy Gravy, MGM,1968) o Willie the Pimp (Hot Rats, Bizarre, 1969 e Mystery Disc, Rycodisc, 1998). (dalla rivista Parole rubate. Fascicolo 24, dicembre 2021)

    In Pasto Nudo, la tecnica del cut-up (il ‘montaggio’ di frasi con parole casuali che assumono significati inaspettati) tocca il suo apice.

    Frank Zappa si è esibito al Mudd Club il 6 maggio 1980.

    Da quando aveva incontrato William Burroughs nel seminterrato del Mudd Club nel 1979, Zappa era ansioso di dare seguito alla serata Burroughs con la sua esibizione. Nonostante il fatto che la sua attrezzatura da sola occupasse più spazio delle dimensioni dell’intero club, alcuni clienti sono riusciti a infilarsi e godersi il concerto, in particolare la nuova registrazione specificamente dedicata al Mudd Club.

    (Mudd Club Newsletter, giugno 1980)

  • Frank Zappa – Yo’ Mama, Adrian Belew – Zappa influenza il miglior assolo di chitarra di David Bowie

    Frank Zappa, Yo’ Mama, Vorst National, Bruxelles, Belgio, 26 febbraio 1978

    Colonia, metà febbraio 1978. In mezzo al pubblico, durante il concerto di Frank Zappa è presente Brian Eno venuto apposta per valutare Adrian Belew chitarrista della band di Frank.

    Dopo il concerto, Eno chiama David Bowie per segnalargli le doti del chitarrista e la sua presenza a Berlino il giorno seguente.

    Al concerto di Berlino, durante uno dei lunghi assoli di Zappa, Belew e parte della band vanno a riposarsi per qualche minuto dietro le quinte. Ad attenderlo davanti al mixer ci sono Iggy Pop e David Bowie che propone a Belew di far parte della sua band: lo invita a cena dopo il concerto per parlarne.

    L’incontro viene pianificato come nei film di spionaggio (siamo a Berlino Ovest) da Coco Schwab, assistente di Bowie.

    Finito il concerto, Belew esce in gran segreto dall’hotel dove lo aspetta una limousine nera al cui interno trova Coco e Bowie. Mentre si dirigono verso il ristorante preferito di Bowie, discutono di “The Isolar Tour II” (la serie di concerti imperniata su Low ed Heroes). Quando arrivano al ristorante, casualmente seduto al tavolo di fronte all’entrata c’è Frank Zappa con il resto della band.

    Nell’imbarazzo generale Adrian, David e Coco siedono allo stesso tavolo. Bowie, cerca di attaccare bottone con Frank (abbastanza irritato):

    David Bowie: “Che gran bel chitarrista che hai qui, Frank!” (riferendosi a Belew)

    Frank Zappa: “Fottiti, Capitano Tom” (degrada Bowie da Maggiore, Major Tom, a Capitano alludendo alla canzone di Bowie “Space Oddity” dove il comandante della missione era il maggiore Tom).

    Bowie: “Dai Frank, sicuramente possiamo essere più gentiluomini di così, no?”

    Zappa: “Fottiti, Capitano Tom”

    Bowie: “Non hai veramente nient’altro da dire?”

    Zappa: “Fottiti, Capitano Tom”

    A quel punto, Belew, Coco e David si alzano e se ne vanno.

    Bowie pare abbia commentato “Penso che sia andata piuttosto bene!” confermando che l’humour inglese è realtà, non fantasia.

    Zappa apparentemente accetta le spiegazioni di Belew fino alla sera del 26 febbraio quando, durante l’esecuzione di Yo Mama, sostituisce le parole “Yo Mama” con “Your David” sbeffeggiando Belew che, alla fine, accetta di collaborare con Bowie contribuendo anche alla registrazione di Lodger.

    Zappa lo rimpiazzerà con Warren Cuccurullo.

    In questo video Zappa sbeffeggia Belew. Non è normale sentire Zappa che offende pubblicamente un suo musicista e questo forse dimostra quanto Zappa avesse mal digerito l’intervento a gamba tesa del Duca Bianco atto a strappare Belew dalla sua line up. Un gesto scorretto perché studiato e messo in atto durante un tour, reso ancora più insopportabile dalla convinta adesione di Belew (su cui forse Zappa aveva puntato molto)

    “Maybe you should stay with your David,

    He can do your laundry and cook for you,

    Maybe you should stay with your David,

    You’re really kind of stupid and ugly too”.

    Il chitarrista/cantante Adrian Belew è stato scoperto da Frank Zappa in un locale di Nashville dove suonava con una cover band.

    Belew ha fatto parte della band di Zappa dal settembre 1977 al marzo 1978. Ha partecipato alla registrazione dell’album Sheik Yerbouti ed al film Baby Snakes (ripresa integrale del concerto del 31 ottobre 1977 al Palladium di New York).

    Lasciò il gruppo di Zappa per entrare nella band di David Bowie con cui realizzò l’album Lodger e il doppio live Stage. In seguito, si unì ai Talking Heads e ai King Crimson.

    Come Frank Zappa ha influenzato il miglior assolo di chitarra di David Bowie

    David Bowie aveva un occhio attento al funzionamento di Zappa, in particolare quando si trattava di assoli di chitarra.

    “Freak out… far out…” è l’epiteto che Bowie usa per dare inizio all’assolo: quattro parole che potrebbero essere usate per definire l’intero catalogo di Zappa.

    Bowie si è ispirato ad una tecnica di Zappa: “Disegnerei su carta con un pastello o un pennarello la forma di un assolo. Quello in “Moonage Daydream”, ad esempio, è iniziato come una linea piatta che ha preso la forma di un grosso megafono e si è conclusa con spruzzi di linee dissociate e spezzate”.

    Bowie continua: “Ho letto da qualche parte che Frank Zappa usava disegnare simboli per spiegare ai suoi musicisti come voleva che suonasse la forma di una composizione. Mick Ronson potrebbe prendere qualcosa del genere e suonarlo maledettamente bene, portarlo in vita”.

    Con quella tecnica di ‘stenografia’, Bowie è riuscito a trasmettere qualcosa in cui Zappa era così abile con i suoi stessi musicisti: è riuscito a creare un suono che sfidava la complessità musicologica come se le note venissero estratte dall’etere attraverso un magnete sonoro. (faroutmagazine)

  • Holiday in Berlin 1968 – cronaca

    Holiday in Berlin, NYC, Central Park, 3 agosto 1968

    Frank Zappa – lead guitar, lead vocals, band leader

    Ray Collins – vocals

    Ian Underwood – woodwinds, keyboards

    Bunk Gardner – woodwinds

    Motorhead Sherwood – baritone saxophone

    Don Preston – keyboards

    Roy Estrada – bass, vocals

    Jimmy Carl Black – drums, vocals

    Art Tripp – drums, percussion

    Come è nato il titolo della canzone “Holiday In Berlin”?

    “Holiday in Berlin si riferisce ad una rivolta che abbiamo avuto allo Sport Palast di Berlino nel 1968”.

    Una rivolta causata dal tuo concerto?

    “No, causata dall’SDS. Durante il sound check nel pomeriggio un gruppo di studenti ribelli è venuto e ha detto che volevano parlare con me. Li ho ascoltati e hanno detto: “Ci saranno 8000 persone qui stasera, che non hanno mai manifestato prima. Vogliamo che tu dica loro di venire con noi”. Ho detto: “Davvero, dove state andando?”. Hanno risposto con voce misteriosa: “È una notte fredda”. E io: “Avete intenzione di scaldarla eh?”. Il tipo fa: “Stiamo per appiccare un incendio”. “Dove?”. “Dietro l’angolo”.

    Sai cosa c’era dietro l’angolo? Il quartier generale del comando della NATO. Volevano che dicessi al pubblico di andare con loro ad appiccare il fuoco.

    Così quella notte 200 di loro sono tornati: avevano barattoli di vernice, bombe, striscioni, hanno rovinato il fottuto spettacolo. E c’erano dai 20 ai 30 poliziotti tedeschi che si rifiutavano persino di mostrarsi durante questa manifestazione e abbiamo dovuto suonare per due ore: due segmenti di un’ora con un intervallo. Quindi durante lo spettacolo questi ragazzi stavano facendo del loro meglio per creare caos. Durante il nostro intervallo, siamo andati nel backstage e loro hanno pensato di averci cacciati via. Sono saliti sul palco: avevano tronchesi, tagliavano i fili di un mucchio di apparecchiature. È stato piuttosto odioso e li abbiamo sorpresi; siamo tornati e abbiamo suonato la seconda metà dello spettacolo. Erano così storditi che non fiatavano. I nostri roadie hanno rimesso insieme le cose e abbiamo continuato a suonare. Verso la fine dello spettacolo hanno pensato che questa fosse la loro ultima possibilità per convincere il pubblico ad andare con loro, quindi il leader studentesco salta sul palco, prende il microfono e inizia a blaterare in tedesco. Per impedirgli di fare quello che stava per fare, ho dato istruzioni a Don Preston di mettere il nostro organo elettronico in un tono fuzz e di mettere entrambe le braccia sulla tastiera. Sai come suona? E’ un brutto fottuto suono.

    Nel frattempo la nostra squadra di strada trasportava gli strumenti fuori dal palco uno alla volta. Ho fatto sentire la mia chitarra, eravamo solo io e Preston a fare brutti rumori e questo ragazzo urlava. Alla fine, abbiamo entrambi scollegato i nostri strumenti lasciandolo lì a blaterare. Quella era “Vacanza a Berlino”.

    “In Germania, quando uscì Absolutely Free nel 1967, la gente in qualche modo pensava che io fossi un artista antiamericano. Visto che criticavo la società americana, i tedeschi pensavano: “Das ist gut!”. Succedeva nei giorni dell’SDS. Ho spiegato a questi ragazzi che sono americano al 100%. Penso che l’America sia il posto più bello che esista. Non è così favoloso in questo momento, la gente ha problemi emotivi e psicologici, ma non vivrei da nessun’altra parte”.

    (Option, marzo-aprile 1987)

    “Allo Sportplatz di Berlino ci fu una rivolta dopo lo spettacolo. Lanciarono uova, pere acerbe, vernice, oggetti di metallo e perfino un pezzo della balconata. Zappa diede ai membri del gruppo delle medaglie per essere sopravvissuti a quell’incidente”.

    (Classic Rock, luglio 2015)

  • Frank Zappa – Palermo 1982 cronaca, RDNZL

    RDNZL nel live di Palermo del 14 luglio 1982 allo Stadio “La Favorita”, oggi noto come Renzo Barbera (Palermo).

    Cosa è successo in quell’episodio a Palermo immortalato nel terzo volume della serie live You Can’t Do That …?

    “Ancora oggi non so bene cosa sia successo lì. Stavamo suonando nello stadio di calcio locale, che appartiene alla mafia. Anche la maggior parte degli uomini della sicurezza apparteneva alla mafia, solo che c’erano anche poliziotti e militari. Non c’è bisogno di aggiungere che tra loro non c’è un grande amore. Per un attimo, ho visto un soldato inginocchiato davanti al palco che sparava lacrimogeni al pubblico. Poi, è scoppiato il caos. Ognuno sparava addosso all’altro, erano tutti ben armati. Nessuno capiva l’altro e non potevamo smettere di suonare, altrimenti la cosa sarebbe potuta peggiorare. Siamo stati chiusi nello stadio per ore. Lo striscione di A Man from Utopia con la scritta “Fuck Off” è un omaggio a questo tour, che, come se non bastasse, ha coinciso con la vittoria del calcio italiano ai Mondiali…”.

    (“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)

    “Stavamo lavorando in uno stadio di calcio, era l’ultimo concerto del tour e non vedevo l’ora di suonare in Sicilia perché mio padre è nato lì. Quel pomeriggio ero andato in macchina nella sua città natale a visitare questo paesino chiamato Partinico. Sono voluto entrare nell’atmosfera siciliana. Ero di buon umore dopo aver esplorato questi vecchi luoghi. Ho fatto un ottimo sound check, quel pomeriggio avevo scritto una canzone e l’avevo insegnata ai ragazzi della band… sembrava che tutto sarebbe andato liscio. Dopo 10 minuti dall’inizio dello spettacolo, è successo qualcosa di strano, ma non si poteva vedere il pubblico. Era completamente buio in mezzo a questo campo da calcio. Sento dei disturbi. Improvvisamente, hanno fatto intervenire l’esercito e il dipartimento di Polizia: tutti armati fino ai denti. Lanciano gas lacrimogeni, i ragazzi si inginocchiano con i fucili come mortai sparando questi lacrimogeni sugli spalti. I mattoni iniziano a volare, è il caos. Abbiamo continuato a suonare ma, ad un certo punto, abbiamo dovuto passare stracci bagnati sul viso per proteggere gli occhi dai gas lacrimogeni. Abbiamo continuato a suonare all’infinito.

    Finalmente, si accendono le luci e vediamo che il locale si sta svuotando. Sparano gas lacrimogeni dappertutto per allontanare le persone dallo stadio. Durante questa operazione, abbiamo suonato per circa un’ora e mezza. Poi, abbiamo scoperto che alcuni ragazzini avevano portato delle pistole al concerto e che i poliziotti avevano delle pistole e si sparavano l’un l’altro come cowboy e indiani. Nel frattempo, siamo rimasti intrappolati nello stadio al piano di sotto: alcune bande hanno fatto irruzione nel tour bus, volavano sassi dappertutto. Sembrava come se fosse in atto una guerriglia. E per cosa?! Eravamo lì per suonare e tutto si è trasformato in ‘altro’, alcune persone sono rimaste ferite”.

    “Il tour completo ha avuto problemi a livello finanziario per un importo di 160.000 dollari. Dopo quell’esperienza ho pensato: “Ho 42 anni, mi piace molto la musica ma non credo che subire quel tipo di potenziale abuso sia qualcosa che abbia a che fare con la musica. Penso che fare dischi sia sufficiente. Ho i prossimi cinque dischi già su nastro, 37 brani pronti da mixare con l’ultima road band. Non dico che non salirò mai più sul palco perché ho fatto un po’ di direzione da quando quel tour in Italia è finito, ma non voglio suonare regolarmente rock ‘n’ roll notte dopo notte, città dopo città…L’ho fatto per 20 anni, penso sia abbastanza”.

    “Soprattutto in Europa, esiste un forte sentimento anti-americano laggiù come risultato delle azioni dell’attuale amministrazione. L’americano rappresenta tutto ciò che odiano di un regime che non capiscono e che minaccia il loro Paese. C’è così tanta sfiducia e disgusto per il comportamento e gli ideali americani in questo momento. È un brutto momento per i tour”.

    (Modern Recording & Music, agosto 1984)

    In questa registrazione di “Cocaine Decisions” potete ascoltare l’annunciatore italiano che dice: ”Ragazzi, per favore, Zappa vi chiede di mantenere la calma e di non lanciare nulla nello stadio ed evitare problemi con le forze dell’ordine. Cercate di stare in silenzio, non sappiamo cosa stia succedendo ma cercate di stare calmi, è l’unico modo per andare avanti con lo spettacolo”. Più tardi, dopo che Zappa invita tutti a sedersi, sentiamo qualche chiacchiericcio in italiano, forse qualche agente, che dice “hanno sfondato questa porta…”. Il resto è impercettibile e coperto dallo scoppio del gas lacrimogeno.

  • Frank Zappa e John Lennon – Jamrag / King Kong

    L’esibizione con John Lennon e Yoko Ono al Fillmore East – 5 giugno 1971

    Frank Zappa racconta: “Un giornalista del Village Voice mi ha presentato John Lennon. A Lennon ho chiesto se voleva suonare con noi al concerto del Fillmore East e l’ha fatto. Durante l’esibizione, quando Lennon era sul palco con Yoko, abbiamo suonato una delle mie canzoni, King Kong. L’accordo per l’uso dei nastri era che lui li avrebbe usati per i suoi scopi, io per i miei. Lennon ha pubblicato parte di quella performance in un album cambiando il titolo della canzone King Kong in Jamrag, dando a se stesso ed a Yoko il merito di aver scritto e pubblicato la canzone. “Questa canzone ha una melodia e cambi di accordi, qualcuno l’ha scritta e non sono stati loro…”.

    Il concerto Live al Fillmore East (giugno 1971) vede sul palco, con le Mothers, John Lennon e Yoko Ono, ma le registrazioni saranno omesse dal disco di Zappa per motivi legali e pubblicate da Lennon nell’album doppio del 1972 “Sometimes in New York City”.

    Zappa le farà uscire, rimasterizzate, anni dopo (1992).

    Sono contenute nell’album Playground Psychotics:

    1. Well – (Walter Ward)

    2. Say Please – (John Lennon, Yoko Ono, Zappa)

    3. Aaawk – (Lennon, Ono, Zappa)

    4. Scumbag – (Lennon, Ono, Howard Kaylan, Zappa)

    Durante il live al Fillmore East con John Lennon, i guaiti di Yoko Ono imperversarono finché qualcuno non le mise letteralmente un sacco in testa lasciandola sola sul palco. Zappa non gradiva i guaiti di Yoko Ono: ignorò la signora Lennon ad ogni incontro. (Classix n.21 – marzo aprile 2009)

    Ecco uno spezzone di Yoko Ono nel sacco

    Perché tu e John Lennon avete pubblicato un disco così brutto (“Some Time in New York City”)?

    “Anche io, tuttora, non capisco come John abbia avuto il coraggio di farlo. Era puro divertimento privato, non c’era alcuna intenzione di pubblicare questi nastri. Almeno, John avrebbe dovuto avvisarmi prima di modificarli. John ha in qualche modo censurato quei nastri. Per prima cosa, ha fatto uscire tutti i discorsi sporchi che Mark e Howard hanno pronunciato durante quella jam e ce n’erano molti. Poi, ha cancellato tutte le maledizioni che alcune persone del pubblico hanno rivolto a Yoko Ono, quindi è difficile parlare di un resoconto veritiero su ciò che è successo quel giorno. Sono rimasto un po’ deluso da John per questo, non me lo sarei mai aspettato da lui”. (Humo, 1973)

    A gennaio 2023, è stata resa nota la notizia secondo cui la ristampa extra di “Some Time in New York City” è stata accantonata ad un certo punto e per qualche motivo.

    Perché l’uscita dell’album si è interrotta?

    In assenza di una versione ufficiale, circolano diverse teorie.

    Alcuni indicano un problema di diritti con i brani che Lennon e Ono registrarono con Frank Zappa e The Mothers of Invention e che erano originariamente inclusi nel doppio LP.

    La Universal Music Group, la casa discografica che si occupa di commercializzare le registrazioni di John Lennon attraverso la sottoetichetta Calderstone Productions, non ha dato ad oggi alcuna spiegazione in merito alla cancellazione del progetto.

    Non dimentichiamo che la UMG ha acquistato il catalogo, l’archivio e il logo di Zappa a fine giugno 2022.

    John Lennon: “Ammiro un po’ Zappa ma è un fottuto intellettuale”

    Zappa e Lennon credevano nel potere dell’artista. Ai loro occhi, eri veramente prezioso solo se partecipavi attivamente allo sviluppo culturale del mondo. Allo stesso tempo, eri veramente individuale solo se vivevi in un mondo da te ideato.

    Una volta, Lennon in un lungo e articolato discorso sull’importanza dell’artista ha espresso il suo odio per i critici evitando coloro che non rispettavano il suo genio. Si è anche paragonato a Frank Zappa che, all’epoca, era sinonimo di integrità artistica.

    Lennon ha sempre avuto problemi con l’autorità (dagli insegnanti ai critici): ai tempi della scuola era un mezzo delinquente che faceva il prepotente con i suoi insegnanti. Quell’aggressività rimase da adulto nei confronti di chi si considerava in qualche modo superiore.

    Forse, anche per questo motivo Lennon ha criticato Zappa nonostante fosse un fan: “Ammiro un po’ Zappa ma è un fottuto intellettuale”.

    Una battuta del genere sarebbe perdonabile se fosse un complimento ma Lennon ha sempre considerato l’intellettualismo una maledizione per la musica rock. Secondo lui, il rock era radicato nell’istinto e nel sentimento, non nella teoria e nella logica e Zappa, dal suo punto di vista, stava minacciando quell’equilibrio. (Farout magazine, 28 maggio 2022)

  • Frank Zappa – Approximate Cosmik Debris, Stadio Comunale, Pistoia, 8 luglio 1982

    Riporto un paio di aneddoti piccanti sul concerto di Pistoia del 1982.

    Hai un sacco di videocassette con riprese particolari nel tuo caveau…

    “Tra tante cassette ‘esotiche’, ne ho una che è stata girata nella stanza del promotore a Pistoia, in Italia, quando si è rifiutato di pagare alcuni membri della troupe e c’era il rischio che non pagasse la band. Il manager che avevo in quel momento, Bennett Glotzer, aveva appena preso a pugni questo tizio. L’ha colpito in faccia una quindicina di volte. Ho chiesto a Thomas Nordegg di azionare la videocamera e riprendere tutto e, così, è andato lì dentro mentre tutti ignoravano che la telecamera stesse registrando. Nel video erano presenti tizi dall’aspetto mafioso, il promotore che spiegava in modo goffo perché non aveva pagato e Bennett che urlava contro di lui. Nel frattempo, Thomas Nordegg camminava lì con molta calma registrando tutto. Qualche anno dopo, ho capito chi era questo promotore: Francesco Sanavio. E’ venuto a Los Angeles, ha avuto il coraggio di chiamarmi e dire “Posso venire?”. Ho risposto “Certo, vieni” e gli ho fatto vedere il nastro e lui ha detto ” Non credevo ci fosse del nastro nella telecamera”. Stava guardando se stesso mentre spiegava perché non aveva pagato. Ora è in prigione in Italia.

    Mi sorprende che tu non abbia avuto un “Thomas Nordegg” nell’88.

    “C’è un solo Thomas Nordegg e lavorava per Warren Cuccurullo”.

    O, semplicemente, qualcuno che si nascondesse con una videocamera durante quel tour.

    “Non potevo permettermi di farlo. Thomas ha voluto fare ciò che ha fatto: riceveva uno stipendio regolare come tastierista in quel tour nell’82 (’81 e ’82) e ha deciso di fare quel video. Non veniva pagato per questo… era qualcosa che amava fare”.

    (Society Pages 2, giugno 1990)

    Di grande impatto l’idea-scena che Frank mise in atto a Pistoia nel 1982. Fece installare un megaschermo (all’epoca non se ne vedevano ancora) che proiettava i mondiali di calcio in contemporanea al suo concerto. Prima di cominciare a suonare, disse semplicemente in pesante slang americano: “Chi non capisce un tubo della musica che faccio può tranquillamente guardarsi le partite… così non ha buttato i soldi del biglietto”. E partì un concerto storico.

    Cosa pensava Frank Zappa dei concerti organizzati in Italia?

    “Non avete nessun promoter professionista e non mi voglio trovare nel bel mezzo di litigi e disordini come è successo per altri colleghi. Ho saputo poi che le organizzazioni per i concerti vengono ora affidate ad organizzazioni politiche. Un’organizzazione collegata al partito comunista mi ha invitato garantendomi che tutto verrà programmato senza incidenti, ma sono contrario ad esibirmi con dei partiti politici di mezzo”. (Ciao 2001, 28 novembre 1976)

    Riguardo al concerto a Palermo, rinvio ad un prossimo video.

  • Frank Zappa – The Legend Of The Illinois Enema Bandit

    The Illinois Enema Bandit – Frank Zappa – You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 6 – 1992

    I testi di Zappa sono una testimonianza di tutto ciò che è psicotico e contorto nella personalità umana. Brani come “Imaginary Diseases”, “Dirty Love” e “The Illinois Enema Bandit” raccontano la follia umana. (Argus, novembre 1975)

    Frank Zappa ha immortalato la storia del bandito dell’Illinois Michael Huber Kenyon nel brano “Illinois Enema Bandit”. Fu registrata dal vivo nel dicembre 1976 e pubblicata nell’album Zappa in New York (1978).

    Kenyon è, probabilmente, uno dei ladri più stravaganti di sempre per quel suo vizio bizzarro di rapinare e fare clisteri di acqua calda alle sue vittime contro la loro volontà.

    Noto anche come Champagne Enema Bandit e Ski Masked Bandit, fu responsabile di almeno 10 attacchi tra il maggio 1965 e il maggio 1975.

    Una delle sue prime rapine si verificò a marzo del 1966 a Champaign, Illinois. Con il volto coperto da un passamontagna rosso e armato di pistola, si arrampicò fino a raggiungere la finestra di un edificio penetrando all’interno di un appartamento. Rubò 70 dollari dai portafogli di due sorelle adolescenti (di 16 e 18 anni): le legò usando lenzuola strappate, poi praticò ad entrambe il clistere.

    Il 3 maggio 1975, fu autore dell’ennesima rapina armata: legò 4 donne presso l’Università dell’Illinois a Champaign-Urbana. Fece 2 clisteri a una delle donne rubandole 120 dollari. Poco dopo, la polizia arrestò Kenyon nel Palatine, Chicago, per un reato minore. All’epoca lavorava come contabile per il Dipartimento delle Entrate dell’Illinois.

    Kenyon confessò di essere il bandito dell’Illinois. Durante l’interrogatorio della polizia di Champaign, mostrò il passamontagna che indossava per eseguire gli attacchi, i suoi due fucili e una pistola. A seguito di una perizia psichiatrica, fu giudicato legalmente sano di mente e processato il 10 dicembre 1975. Il giorno seguente, Robert Steigmann (assistente procuratore di Stato di Champaign) disse: “Se non avesse voluto essere preso, oggi non sarebbe in tribunale”.

    Kenyon si è dichiarato colpevole di 6 capi d’accusa per rapina a mano armata. Il suo avvocato Ray Massucci dichiarò che Kenyon non era sessualmente maturo e che il suo comportamento era il risultato di una “nevrosi profonda”. Del resto, nessuna legge vietava la pratica del clistere. Fu imprigionato per 6 mandati e, in seguito, rilasciato. Morì a Chicago nel 2004.

  • Frank Zappa e Lou Reed

    Lou Reed Inducts Frank Zappa at the 1995 Rock & Roll Hall of Fame Induction Ceremony

    Lou Reed ha definito Zappa “la noia più priva di talento che sia mai vissuta”. La frase per esteso di Lou Reed su Zappa è questa: “È la persona meno dotata di talento che abbia mai sentito. È un accademico pretenzioso e non sa suonare il rock’n’roll, perché è un perdente. E perciò si veste in modo buffo. Non è contento di se stesso e penso che abbia ragione.”

    La risposta di Frank a Lou Reed, qualche mese dopo, fu questa: “A molte persone non piacciono i Velvet Underground, e mi riservo di esprimere la mia opinione su quello che fanno sul palco; ma mi piace il loro album, è esattamente la musica folk della New York della perversione” (Rock & Folk, 1967)

    Lou Reed ha anche detto di Frank: “Mi sono piaciuti molto gli ultimi concerti che ho visto al Rainbow, ma non potevo smettere di pensare che Frank Zappa era caduto dietro il palco di quella orchestra. Odio Frank Zappa, e il pensare a quel suo incidente mi rende molto contento…” (Gong, 1978).

    La frase risale ai tempi dei Velvet Underground. Un periodo in cui, oltre ad essere cattivo e intransigente più che mai, probabilmente Lou Reed era anche un po’ incazzato perché la fama tardava ad arrivare.

    A distanza di anni (1995), Lou Reed ha introdotto Frank Zappa nel Rock and Roll Hall of Fame. “Frank Zappa è stato la mente più acuta e il critico sociale più sottile del rock” (Motivazione ufficiale della sua ammissione alla Rock’n’Roll Hall of Fame)