Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: Deep Inside FZ

  • Frank Zappa: “niente nella vita o nella politica gli era estraneo”

    Frank Zappa un uomo libero

    Zappa, el hombre libre‘ con Zappa in copertina, supplemento culturale.

    “Zappa libero. Era uno dei più grandi musicisti, niente nella vita o nella politica gli era estraneo. Dovremmo ricordarlo.”

    (La Vanguardia, 2 aprile 2008)

  • FZ era disgustato dalla doppia faccia del progressismo americano

    Frank Zappa contro il progressismo americano

    Frank Zappa non è mai stato un progressista americano. Era disgustato dal progressismo, dalla sua doppia faccia di fronte alle leggi di voto segreganti del sistema americano e dal modo in cui venivano trattati i neri del Sud, i chicanos e gli indiani.

    (Cuadernos de Jazz, settembre-ottobre 1997)

  • Frank Zappa: “l’unico business che funziona bene negli Stati Uniti è la mafia”

    Frank Zappa sulla mafia
    foto di Sergio Milo Albonico

    “Non mi diverte che Bush, un uomo che è stato direttore della CIA, entri alla Casa Bianca per governare questo paese. Nessuno si ritira mai dalla carica di direttore della CIA. Bush è ancora con la CIA e se diventerà presidente metterà in atto la cosa peggiore che la CIA abbia prodotto negli ultimi vent’anni, compreso il suo coinvolgimento nello scandalo Iran-contra… Bush e gli altri membri del suo gabinetto, attraverso la loro rete di amici, hanno istituito un governo segreto e molto pericoloso per il mondo…

    Da un punto di vista pratico, l’unico business che funziona bene negli Stati Uniti è la mafia. Sanno come raccogliere e investire i soldi. La massa è così efficace che il nostro governo deve invocarla spesso per ottenere risultati. Piaccia o no, senza la mafia in questo Paese andremmo incontro al disastro economico”.

    Ti capisco. Qualcosa di questo si è visto nella questione del Nicaragua e negli aiuti ai contras. Cosa ne pensi della politica americana in America Centrale?

    Che è stupida. L’invasione nicaraguense dell’Honduras non è mai stata dimostrata e, quando ce ne siamo resi conto, le nostre truppe erano già lì. Il pubblico americano è male informato. La televisione non è oggettiva, fa solo propaganda”.

    (Cambio 16, 2 maggio 1988 – rivista spagnola)

  • La coerenza di Frank Zappa

    Frank Zappa coerente

    In un momento in cui musicisti pop impegnati e critici degli anni Sessanta si sono adattati e si stanno convertendo ad una forma odiosa di cristianesimo (Dylan) o stanno scrivendo poesie simili a Toon Hermans (Lennon), abbiamo bisogno di musicisti che continuino a usare il piccone come un gioiello prezioso. Frank Zappa appartiene sicuramente a questa categoria. Non ha mai rinunciato alla lotta e continua a colpire le tendenze sfocate nella società dove può colpirle. Zappa comprende meglio di chiunque altro il pericolo che in futuro (anni Ottanta?) avremo una società in cui i fanatici religiosi saranno al comando con tutte le orribili conseguenze che questo comporta.

    (OOR, 19 settembre 1979)

  • Frank Zappa: un guerrigliero culturale

    Frank Zappa guerrigliero culturale

    Frank Zappa potrebbe essere descritto come un guerrigliero culturale. Vede che le arti popolari sono propagandistiche in senso lato: anche quando si mascherano da ribellione, ci cullano nella fantasia e omogeneizzano le nostre risposte. Così, si infiltra nella macchina e cerca di far sì che le forme popolari sconfiggano i loro fini tradizionali – la sua musica non culla, cerca di farti pensare.

    Ovviamente, è in equilibrio su un bordo stretto. Da un lato, si trova di fronte a un pubblico il cui bisogno di una risposta omogenea è così grande da poter adattare le sue creazioni ai propri desideri. Dall’altro, deve in qualche modo raggiungere un pubblico di massa o i suoi sforzi sono inutili. E, ovviamente, ci sono anche i soldi, è umano.

    Ma, qualunque sia il risultato, c’è ancora la musica, e se qualcuno di noi sarà in giro tra 20 anni, penso che la ascolteremo.

    (Down Beat, 30 ottobre 1969)

  • FZ: punti di forza e debolezza

    Frank Zappa punti di forza e di debolezza

    Qual è, secondo te, la tua più grande debolezza?

    Non riuscire a fare cose normali.

    Tipo?

    L’aritmetica.

    Stai parlando di una vita normale?

    Sì e il suo equivalente nella musica. Non riesco a fare il contrappunto. Non riesco a scrivere armonie tradizionali, il che significa che virtualmente sarei disoccupato. Se non fossi io il mio datore di lavoro, sicuramente non avrei un impiego.

    La tua più grande forza?

    Sicuramente il mio senso dell’umorismo.

    Il tuo umorismo sembra avere un particolare riguardo alla situazione penosa degli esseri umani…

    Non penso in termini di ‘situazione penosa del genere umano’ perché sicuramente a loro non gliene frega nulla della mia situazione penosa, allora perché mi dovrei preoccupare della loro? Comunque penso che l’etichetta di misantropo non è giusta per me e neanche quella di misogino. La cosa che più mi interessa è il comportamento. Mi ha sempre affascinato. Se un interesse per il comportamento presuppone un ‘riguardo per la situazione penosa’ è soggettivo. Ma credo che perfino a livello scientifico valga la pena di osservare il comportamento. E questo ti può portare alla speculazione sul perché si verifica un certo tipo di comportamento.

    (Tuttifrutti, febbraio 1994)

  • Ferdinando Boero: “che lezioni ho imparato da FZ?”

    Ferdinando Boero su Frank Zappa

    “Che lezioni ho imparato da FZ? Forse nessuna perché quello che ho imparato lo sapevo già, ma lui lo ha formalizzato e l’ha reso bello. Mi spiego. Io studio ecologia ed evoluzione. La scienza usa un approccio riduzionistico allo studio di quello che “c’è là fuori”: prende una situazione complessa e ne riduce la complessità analizzando separatamente le sue componenti. Raramente, poi, cerca di rimettere tutto assieme. E così la scienza frammenta la realtà e l’affronta da tanti punti di vista. Ogni punto di vista è uno strumento e produce un ‘suono’. Col ‘riduzionismo’, gli strumenti suonano separatamente il loro spartito. Se messi assieme, spesso suonano come le orchestre, all’inizio della rappresentazione, quando ognuno va per conto suo, per accordare gli strumenti.

    Quando ha fatto suonare la London Symphony Orchestra, FZ ha messo un microfono sotto la sedia di ogni strumentista e, con tecnologia digitale, li ha registrati praticamente uno per uno. Poi, li ha messi assieme in modo che si sentisse una sola nota. Una meganota, fatta dalla somma delle note che ogni strumento stava suonando. Il tutto è più della somma delle parti. Da quella integrazione, viene fuori la bellezza. Andatela a cercare.

    Forte di questa lezione, cerco di fare la stessa cosa nel mio lavoro. Voi lo dovete fare nel vostro, qualunque esso sia. Se riuscite a ‘vedere’ e a ‘sentire’ questo, allora la musica di FZ è la colonna sonora della vostra vita. Se non lo è… mi spiace per voi”.

    (Ferdinando Boero, Rolling Stone dicembre 2013)

    Sentire il tutto era uno dei doni che rendevano unico Frank Zappa.

  • FZ: usa le parole come suono e non le teme…

    Frank Zappa usa le parole come suoni

    Zappa ha detto a chiare lettere che non ama le parole, le usa solo come ‘suono’ da composizione. Non le teme, è per questo che dice quello che vuole, quando vuole e a chi vuole…

    (Rockstar, luglio 1982)

  • FZ: “non mi piace il modo in cui la vita ha abusato di me…

    Frank Zappa in carcere

    “Non so dove andare, per me non c’è amore da dare perché dovrei pretendere di piacere per vagare da porta a porta. Probabilmente mi ucciderò, non me ne frega più niente perché non sono soddisfatto di tutto quello che ho provato, non mi piace il modo in cui la vita ha abusato di me. Chi si preoccuperebbe se io sparissi? Chi ha bisogno di me per il proprio piacere? Perché dovrei stare seduto a guardare mentre gli altri sorridono? Volevo solo che qualcuno si preoccupasse di rendermi felice per un attimo perché non sono soddisfatto di tutto quello che ho provato, non mi piace il modo in cui la vita ha abusato di me”.

    (dal brano “I’m not satisfied”, Freak Out!)

    Ripenso sempre a questa frase tratta dal testo di I’m not satisfied…

    (Il modo in cui la vita ha abusato di me...)

    Frank Zappa è stato arrestato e portato in carcere due volte.

    La prima volta a 15 anni, nel periodo in cui suonava nel suo gruppo rhythm and blues. Voleva mettere in scena un ballo con la band, quindi ha assunto il Lancaster Women’s Club per un sabato. La sera prima del ballo, Zappa è stato arrestato per “vagabondaggio” mentre stava tornando a casa da solo e messo in prigione. Si sono inventati la storia del vagabondaggio perché non era ben visto, frequentava persone di colore e faceva musica con loro.

    La seconda volta è finito in carcere nel 1962 perché l’hanno incastrato (dava fastidio e, oltretutto, volevano demolire il suo studio). Cineasta in erba e proprietario di uno studio di registrazione (Studio Z), è stato incastrato dalla vice squadra del San Bernardino: uno degli agenti sotto copertura gli commissionò un sex tape solo audio, che Zappa e la sua ragazza realizzarono per scherzo (hanno tagliato le risate). Tuttavia, sono stati condannati con l’accusa di “cospirazione per pornografia” e Zappa trascorse 10 giorni in carcere e 3 anni in libertà vigilata.

    Ho un sospetto: che sia stato abusato in carcere. E’ solo un sospetto e tale rimane…

  • La leggendaria sala d’ascolto di casa Zappa descritta da Rip Rense

    La sala d'ascolto di Frank Zappa

    Rip Rense descrive così la leggendaria sala d’ascolto di casa Zappa, nel cuore della “Utility Muffin Research Kitchen & Baby Milk Factory:

    “Sedersi sul grande, morbido divano di cuoio che troneggia in mezzo alla stanza è come entrare in una copertina di un album zappiano. Vi si accede da una porta che un tempo era di un ospedale, con la scritta ‘chirurgia’, e dentro ci sono piante e acque scure, muri di legno grezzo intagliati in modo bizzarro per ragioni acustiche e una pletora di oggetti che si capisce subito, o proprio per niente, perché sono lì: targhe automobilistiche personalizzate inviate dai fans (un RDNZL, Vermont, uno Zappa, Massachussetts, un Hotzitz, Sud Carolina); pile di ‘master tapes’ dal pavimento al soffitto; un armadillo impagliato; una lettera in cornice di Edgar Varèse datata 15 agosto 1957; una serie di ‘matrioske’ russe a immagine zappiana; bottiglie di acqua calda marchiate The Yellow Shark, un’idea promozionale poi abortita per i concerti di Francoforte; la scultura di rottami usata per la copertina di Burnt Weeny Sandwich e tanto altro ancora”.

    In quell’ambiente, Zappa ascoltava i dischi preferiti (Johnny Guitar Watson, Stravinskij, vecchi canti marinari) e decideva le sue complesse, monumentali antologie, pescando con l’amo magnetico della memoria da quel favoloso archivio prima descritto, “dal pavimento al soffitto”: più di 10.000 ore di registrazioni audio/video, 2 milioni di dollari in ‘puro valore commerciale dei nastri’, senza contare cioè quel che vi è inciso.

    (Rockerilla, febbraio 1996)