“Zappa ha una teoria secondo cui la luce è costituita da frequenze sonore non udibili dall’orecchio umano. Lo spettacolo di luci è intricato, “eclettico” come la sua musica”. “Zappa sente un suono, una canzone nella sua testa e il suo eclettismo è una suprema lotta perfezionistica per riprodurre quel suono. La sua musica cambia tonalità, cadenza; cambia a distanza di pochi minuti, a volte secondi”. (Argus, novembre 1975)
Frank non leggeva la filosofia, quindi non avrebbe potuto parodiare consapevolmente Il Fedone. Frank rimase enigmaticamente silenzioso. Ho ribattuto che gli artisti si occupano intuitivamente di parole e concetti e non tracciano consapevolmente ogni singola risonanza dei simboli e dei temi con cui giocano. Frank annuì. Certamente il gioco di parole Fido/Fedone in Apostrophe – accennato otto anni dopo (ma mai effettivamente realizzato) da Jacques Derrida, in The Post Card From Socrates To Freud And Beyond (1980) – è un esempio lampante di ciò che Gail chiama la “preveggenza” di Frank: “Ci sono molti esempi di cose che Frank ha detto che sono accadute” ha ammesso Gail “Un perfetto esempio di ciò è il titolo Chunga’s Revenge: se guardi nell’opera d’arte, c’è l’aspirapolvere che balla nello studio, una ballerina gitana… e non lo sapevamo, ma in Spagna c’è un’atmosfera danzante molto famosa chiamata La Chunga, con cui si balla il flamenco con le nacchere e tutto il resto. Questo è un esempio bizzarro, forse non di preveggenza, ma certamente di essere in sintonia con qualcosa a livello cosmico – più di quei detriti cosmici”. In una pausa durante le letture, ho raccontato a Zappa come le persone trovino la miscela di segnali nella sua musica – astrazioni cerebrali un minuto, momenti scioccanti di disordine umano il successivo – altamente confusi. La sua risposta fu impenitente; “Perché? Questo è l’universo, è così che è l’universo. (Ben Watson, The Wire, febbraio 1994)
Sebbene non siano stati condotti molti studi sull’argomento, ho cercato di indagare gli effetti della musica sulle persone… FZ: “Si tratta di psico-acustica. In questo campo, osservano gli effetti dei suoni sulla mente”. Mi sembra un approccio piuttosto scientifico che mi risulta estraneo. Ci sono scuole di pensiero – perlopiù orientali – secondo cui la musica di una società riflette i tempi e la musica a sua volta crea un altro ambiente. Quando c’è molto malcontento nelle persone e i governi sono deboli, spesso la musica è ad alto volume, ribelle e il comportamento diventa piuttosto perverso. Tutto diventa, secondo loro, un circolo vizioso in cui i tempi propagano un certo tipo di musica, e poi la musica a sua volta peggiora le cose. FZ: “Non penso sia corretto ciò che dicono: credo che i tempi ora siano piuttosto difficili ma nella musica attuale non ci si lamenta affatto. Gran parte delle persone desidera mettere la testa sotto la sabbia e andare in discoteca”. Cosa pensi sugli effetti della musica? Molti osservatori ritengono che la musica sia un formidabile mezzo spirituale, anche se non necessariamente religioso. FZ: “Difatti, la musica arricchisce lo spirito ed ha un effetto davvero positivo sulle persone. Penso sia l’effetto più vicino possibile al paradiso”. Quindi, la musica è una sorta di esperienza trascendente. Ma è qualcosa che altera le persone in modo permanente o lo fa solo per la durata del pezzo? FZ: “Penso che gli effetti siano permanenti: se ascolti davvero un brano anche una sola volta, quel brano ti cambierà. Devi ascoltarlo davvero e deve trattarsi del ‘tuo’ genere, un genere che ti dia il ritmo, in grado di cambiarti. Anche se ti cambia di un solo atomo, avviene comunque un cambiamento. E se ti appassioni e continuerai ad ascoltare, cambierai completamente. C’è una differenza tra i musicisti e le persone ‘normali’. I musicisti, le persone che amano la musica, sono diversi. Con questo non voglio dire che sono migliori, più sensibili o più intelligenti. Sono soltanto diversi e forse sanno qualcosa che le altre persone non sanno, ovvero che la musica è meravigliosa. Questo non li rende necessariamente migliori, ma dà loro accesso ad alcune informazioni che le altre persone non possono penetrare. Vedila da un altro punto di vista. Conosci o hai mai visto persone che odiano la musica?”. Pochissimi. FZ: “E’ il tipo di gente che va al governo. Pensaci. Ecco dove vanno”. Beh, la maggior parte di loro considera la musica come qualsiasi altra cosa nella vita che sia divertente, in modo superficiale. FZ: “È la carta da parati del loro stile di vita”. Giusto ma anche i ragazzi dodicenni che vanno ai concerti dei Jethro TuIl… forse anche per loro la musica è solo uno sfondo delle loro vite come la droga, le ragazze o le macchine. FZ: “In gran parte dei casi negli Stati Uniti tutto fa da sfondo al proprio stile di vita. C’è molto poco in termini di impegno a qualsiasi livello negli Stati Uniti. Manca il desiderio di eccellere, di fare qualcosa di significativo”. (Sweet Potato, novembre 1979)
Nel camerino di Massey Hall (Toronto), Frank si è seduto rilassandosi meglio che poteva, con le gambe distese ed appoggiate su una sedia. Quando ti guarda, con aria assente, apparentemente amichevole con una leggera scintilla di interesse, i suoi occhi forti e intelligenti sembrano perforare i tuoi finché il suo sguardo sembra toccare l’interno del tuo cranio. La sua intelligenza è evidente. Ti spinge ad essere specifico, a porre domande ragionevolmente intriganti. Ascolta attentamente le tue domande e risponde se sente che non sei stato troppo vago. “Faccio ricerca negli studi comportamentali dal 1955… La sto ancora facendo…” dice Zappa. Legge i giornali in aereo, non va al cinema o a teatro, ascolta principalmente musica di compositori come Stravinsky e Honegger quando è a casa. Sembra straordinario che un uomo che si impegna molto poco nell’afferrare le forme d’arte attuali abbia una tale visione degli stili di vita del 20° secolo. Ascolta con forte percezione le persone con cui entra in contatto. La prima volta che si rese conto della follia e dell’assurdità dei nostri tempi aveva “quindici anni, ma non mi ha colpito davvero fino ai diciotto anni”. (Music Canada Quarterly, marzo 1974)
Nel 2011/2012 la mostra “The Art of Hard Rock” ha girato l’Europa ”per celebrare i 40 anni dell’Hard Rock Cafe con 40 opere d’arte di artisti tra cui Michael Jackson, Pete Townshend, Frank Zappa e Alice Cooper. La mostra includeva “Untitled, Mothers Segment” (dicembre 1967), un dipinto (presumibilmente) di Frank Zappa con l’etichetta “Senza titolo, acquaforte per la copertina di un album”. Nel settembre 2011 “The Art of Hard Rock” è stata in mostra a Roma, presso il Chiostro del Bramante. Vicino al cartello FZ si legge “Dicembre 1967, Mothers Segment”.
Osservo quest’opera attribuita a Frank Zappa da oltre un anno. Si tratta di un’incisione del 1967 senza titolo. La prima foto che vedete sotto è quella originale.
La seconda foto è l’immagine capovolta prima verticalmente poi orizzontalmente. Si vede qualcosa…
Nella terza foto ho messo un cerchio rosso per mostrare cosa vedo….
C’è un uomo mefistofelico di profilo: sta fissando una testa che fissa lui. Sopra di lui si vede un’altra testa che guarda in basso verso di lui. L’uomo ha degli oggetti in mano. C’è un calice davanti a lui, su una specie di banco da lavoro. Come se stesse preparando un composto.
C’è la presenza di una donna vicino a lui… Ecco la donna, lui la sta guardando, lei ride con gli occhi rivolti in alto…
A destra è facile notare una croce capovolta, in basso un pianoforte. E’ l’alchimista. C’è molto da osservare in questa incisione capovolta…
Perché Frank Zappa avrebbe dovuto dedicare una canzone in memoria di Hieronymus Bosch? La prima cosa che mi viene in mente è che il pittore olandese Bosch mise in scena con grande ironia i conflitti dell’uomo rispetto alle regole imposte dalla morale religiosa. Bosch attinse da moltissime fonti (testi alchemici e astrologici, libri dei sogni), la sua arte ha radici iconografiche medievali. Prevale la strutturazione spaziale dove vengono messi a fuoco tutti i particolari di un universo sconvolto e ricomposto in una dimensione onirica. Le sue opere, anche di contenuto satirico, vanno dal sogno alla follia. Di Bosch è stato detto: “La caratteristica davvero sconcertante della sua pittura è che, nonostante tutta la profusione di realismo, si sforza di esprimere l’immateriale” (A. Linfert, 1959); “Evoca un male immateriale, un principio di ordine spirituale che deforma la materia, un dinamismo che agisce in senso contrario a quello della natura” (L. van de Bossche, 1944).
Zappa vede il suo lavoro svilupparsi in un tipo di pittura alla Hieronymous Bosch.
“Un album equivale ad un angolo di una grande immagine, al lavoro complessivo“.
Zappa è davvero ambizioso.
“Tendo ad assomigliare all’Encyclopaedia Britannica in forma di cartone animato. In termini di vari argomenti trattati, è un’opera storica, ma proveniente da più angolazioni rispetto allo storico tradizionale che si limita a teorie economiche del giorno. Il mio lavoro riempie anche tutti gli spazi vuoti nell’intero corpo della musica pop in questo secolo.”
“Per le mie composizioni adotto un sistema di pesi e misure, equilibri, tensioni e rilasci, simile per molti aspetti all’estetica di Varèse. Le analogie sono più comprensibili se paragoniamo gli stili ad un oggetto mobile di Calder: una roba come-diavolo-la-volete-chiamare, variopinta a penzoloni nel vuoto con grosse gocce di metallo collegate a pezzi di filo elettrico, ingegnosamente in equilibrio con piccoli chicchi di metallo infossati all’altra estremità. Varèse conosceva Calder ed era affascinato dalle sue creazioni. Nel mio caso, quindi, dichiaro che una massa consistente di qualsiasi materiale ne bilancerà una più piccola e densa di qualsiasi materiale, secondo la lunghezza dell’oggetto sul quale oscilla e del punto d’equilibrio scelto per facilitare questa oscillazione”. (The Real Frank Zappa Book).
Questo estratto della biografia è così interessante che valeva la pena di metterlo per intero. Il paragone della composizione con una macchina (un whatchamacallit multicolore che penzola nello spazio), le cui componenti sono in equilibrio grazie a un ingegnoso artificio rivela molto della tecnica compositiva Zappiana. Interessante anche il fatto che la macchina in questione è completamente inutile: Calder le intendeva come sculture, opere d’arte. Un equilibrio del quale bisogna godere per il semplice fatto che c’è ed è appeso al vuoto.
Zappa aveva un grande talento nel costruire intricate progressioni melodiche scopertamente dissonanti (Little Umbrellas, Streectly Genteel) e nel creare unità ritmico-melodiche solide solo per scuoterle, deformarle, farle collassare (The Grand Wazoo).
La cura nell’arrangiamento è maniacale, i brani cercano sempre di superarsi in continui guizzi e artifici; insomma, una musica che nella sua godibilità e apparente leggerezza, è estremamente complicata. Ma non basta: una volta che abbiamo la nostra composizione, ben pesata e bilanciata nelle sue parti, viene il processo che Frank chiama “mettere le sopracciglia”: in sostanza, dare una caratterizzazione al pezzo, fare sì che esprima un atteggiamento, una direzione emotiva ben precisa.
Per dare caratterizzazione al pezzo, Zappa dispiega tutti i suoi strumenti: i “moduli”, una scelta maniacale di timbri, strumenti e onomatopee presi dalla “grande enciclopedia dei suoni”; in studio, tecniche di registrazione e montaggio innovative e ingegnose; in sala prove, riflessioni su uno spunto, una qualunque direzione possibile, a volte anche solo un errore, per esplorare tutte le possibili strade da percorrere per dare un senso a una melodia (“Ogni stecca ripetuta due volta è l’inizio di un arrangiamento”).
Ripenso al testo del brano di Frank Zappa intitolato “Spider od Destiny”
“Ascolta attentamente, ragno del destino, devi rispondere alla chiamata della cosmobiologia. Ascoltami se adesso mangi i terrestri, andrà tutto bene e poi sistemeremo il nostro amore in qualche modo e riprenderemo ancora una volta il fitto programma della nostra spietata conquista. Ascolta attentamente, ragno del destino. Non permetterò che questa meravigliosa opportunità mi venga tolta... Mangia le persone della terra, mangiale e masticale e brutalmente, calpesta il resto di ciò che è rimasto e poi riferiscimi della conquista della terra, della luna e delle stelle e lo spazio in mezzo, tutte le comete e le stelle saranno nostre. Mangia le persone della terra, mangiale e masticale brutalmente, calpestare il resto di ciò che è rimasto…”
Il ragno è la Grande Madre che determina il destino attraverso la tessitura. Simboleggia le dee lunari, custodisce i segreti del passato e del futuro. E’ simbolo del tutto, dell’Uno che si dualizza.
Non so perché sono spinta ad associare il ragno alla Grande Nota visto che Zappa scrive: “Non permetterò che questa meravigliosa opportunità mi venga tolta”.
Lo scrittore underground inglese Miles scrive del modo di lavorare di Zappa (Hot Raz Times, n. 3): “I nastri sono la mensa di Zappa, il suo vocabolario musicale, il suo archivio, i suoi quaderni di schizzi e una costante fonte di nuovo materiale mentre li taglia e li riorganizza in un nuovo ordine creando così nuove connessioni musicali e sfumature di ritmo e contenuto. È un artista di collage che lavora con il tempo manipolando le dinamiche come un artista visivo cambierebbe colore e consistenza. Zappa sposta le tensioni, il contenuto e la carica dell’immagine accelerandoli, collegandoli e lasciandoli scomparire.
artwork di Salvador Luna (Lunatico)
Frank Zappa è come gli alchimisti: ognuno di loro ha ripetuto un processo per mesi, a volte anni, fino a quando i materiali con cui stavano lavorando sono diventati mutevoli e hanno sviluppato nuove proprietà, trasformandosi infine nella pietra filosofale. Frank lavora con una serie di temi, gli stessi che usa sempre (li rinomina solo ogni tanto per confonderti). Li modifica ancora, avvicinandosi di soppiatto da nuove angolazioni, sorprendendoli con strane orchestrazioni e strane descrizioni temporali, facendoli a pezzi sul suo blocco di montaggio: il frenetico Razor Man, impigliato negli archi e illuminato da nastri accelerati, diventano i propri costituenti archetipici. Sono stati sovraccaricati abbastanza da essere forti come il metallo; possono sopportare un trattamento di rock ‘n’ roll anni ’50 o un breakdown poliritmico e arrivare comunque. Zappa è il maestro della sovrabbondanza di immagini!“. Miles poi descrive come entrano in gioco i propri ricordi delle circostanze in cui ha ascoltato per la prima volta un brano di Zappa (“ero proprio lì con quella ragazza e ..”) quando si affronta l’argomento ‘ascoltato‘, ‘modificato‘ altrove. Davvero, Zappa gioca con il “tempo” in tutti i modi. (Jazz, novembre/dicembre 1974, rivista svizzera)
La morte di Zappa per cancro alla prostata è stata un sottoprodotto non intenzionale della sperimentazione chimica del governo? Oggi, la morte prematura di Frank Zappa si può far risalire certamente agli agenti chimici a cui era esposto da bambino ma, durante gli anni ’50 e ’60, l’esposizione chimica potrebbe essere stata calcolata in modo molto diverso. E’ stata il risultato dell’ignoranza sugli effetti a lungo termine delle esposizioni. Il padre di Zappa lavorava all’Edgewood Arsenal Chemical Warfare Facility gestito dall’esercito USA. Quella struttura ospitava gas mostarda e molti sospettano che fosse stato anche un deposito di agenti di guerra batteriologica su cui gli Stati Uniti stavano lavorando. Il padre di Zappa portava a casa regolarmente attrezzature da laboratorio piene di mercurio dandole a Frank per giocare. Da bambino, Frank era spesso malato, soffriva di asma, mal d’orecchi, problemi ai seni che probabilmente sono stati trattati con la radioterapia che può contribuire allo sviluppo del cancro. Come il gas mostarda, il mercurio liquido è cancerogeno. Gli effetti a lungo termine dei test di Edgewood nel Maryland rimangono ancora poco chiari. Documenti declassificati mostrano che i test umani erano in corso nel sito già nel 1948 (Zappa aveva 7 anni all’epoca). I primi test conosciuti (che hanno coinvolto soggetti umani) si concentravano sulle formule per 3 nuovi gas nervini sviluppati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale (tabun, soman e gas sarin). Da un rapporto riservato intitolato “Guerra psicochimica: un nuovo concetto di guerra” prodotto nel 1949 da Luther Wilson Greene (direttore di Edgewood) si apprende che alcuni composti psicoattivi creerebbero gli stessi effetti collaterali mentali debilitanti di quelli prodotti dai gas nervini. Sono stati avviati esperimenti su 254 diverse sostanze chimiche tra cui LSD, derivati del THC, benzodiazepine e BZ. Circa 7mila militari statunitensi e 1.000 civili sono stati sottoposti ai test per quasi 30 anni. Si dice che fossero volontari ma le sostanze chimiche testate pare abbiano contaminato le acque sotterranee intorno alla base con effetti dannosi sui residenti locali (inclusi Frank Zappa e la sua famiglia). Nel settembre 1975, il programma di volontariato per la ricerca ‘medica’ fu interrotto. Il fondatore e direttore del programma, dott. Van Murray Sim, fu chiamato davanti al Congresso e rimproverato dai legislatori. E’ possibile che eventuali decessi siano stati opportunamente attribuiti ad altre cause, per esempio alcuni tipi di cancro.